Tutta l’azione dell’opera, che si avvale indifferentemente dell’ausilio narrativo e interpretativo di alcune persone, si potrebbe paragonare alle riflessioni cocenti di dolore e di amore che nascono nell’animo dell’uomo di fronte alle sofferenze patite da cristo durante gli episodi della sua passione. L’effetto che si ricava da questo impasto simultaneo di parole ed azioni è di grande suggestione.
Fattosi uomo di teatro, il convertito Gheòn dà respiro alla parola, tanto a quella essenziale del verbo quanto a quella istintiva dell’umanità, pronunciata dagli attori che in questa via crucis sono sette.
Ma la rappresentazione che di essa ci danno porta in realtà ognuno in mezzo ad una folla della quale fanno parte Maria e le Pie Donne, Pilato, gli apostoli, il cireneo, i carnefici ma soprattutto il popolo mentre Gesù è assente come figura fisica sulla via del Golgota, perchè in realtà è già dentro a quella moltitudine che vive e commenta la passione.
Come noi.