Nella pièce tre clown neri e un bianco, aggressivi, intolleranti e spietati, sono costretti sulle polverose assi di una zattera a giocare il loro ruolo, al quale sono stati predestinati: un mare scuro e immobile li circonda costringendoli alla sfida.
Li anima un "linguaggio automatico", preesistente alle loro reali emozioni e al loro pensiero, che li costringe per logica a perseguire una inevitabile soluzione: "dobbiamo mangiare uno di noi".